
Un pubblico di studenti attentissimo ha preso parte all’incontro con il giornalista e saggista Domenico Nunnari, che li ha tenuti incollati allo schermo intrattenendoli su “La questione irrisolta. Perchè il Sud è così?”. Altra tappa del progetto “A scuola di cittadinanza”, voluto dalla Fondazione Antonino Scopelliti con lo scopo di diffondere la conoscenza dei principi costituzionali e che ormai è decollato vista la numerosa partecipazione studentesca.
La dirigente scolastica prof.ssa Maristella Spezzano, dopo i saluti di rito, si è detta fiera di dirigere una scuola in cui i docenti permettono continuamente agli studenti “di riflettere su questi temi ,risvegliando l’orgoglio di appartenere ad una terra bella ,seppur difficile”. L’incontro è stato moderato dalla prof.ssa Elena Scopelliti, docente di latino e greco presso l’istituto villese, che ha rimarcato la necessità di riflettere sulla questione meridionale.




Ai saluti di apertura, ha fatto seguito l’intervento della prof.ssa Caterina Nicolò, in rappresentanza della Presidente della Fondazione Rosanna Scopelliti, che ha posto l’accento su come “attraverso questi eventi di educazione alla cittadinanza, la Fondazione Antonino Scopelliti intende promuovere vivaci sinergie per favorire percorsi formativi finalizzati alla costruzione di valori etico-civili, alla responsabilità, alla partecipazione, alla solidarietà, alla tolleranza, al realismo e alla comprensione del sé storico. E’ proprio questa emergenza planetaria ha dimostrato ancor più l’urgenza del tema scelto e l’esigenza imprescindibile di educare alla responsabilità di essere cittadini del mondo.A nome della mia presidente Rosanna Scopelliti, che ho l’onore di rappresentare in questa sede, vi auguro che oggi sia per voi un’occasione di crescita personale e che mediante l’analisi di aspetti della questione “irrisolta” possiate disporre di un’ulteriore chiave interpretativa per comprendere cosa significa davvero essere oggi un cittadino nel Mezzogiorno”.
Successivamente, la prof.ssa Scopelliti, dopo avere esortato gli studenti a non abbandonare la propria città, anzi a riscattarla, ha stuzzicato l’avvio della lectio di Domenico Nunnari chiedendogli se avesse senso parlare ancora di questione meridionale. Il dott. Nunnari ha esordito ricordando che la giornata della lectio coincideva con i 160 anni dell’Unità d’Italia(1861), per cui era necessario riflettere sull’“unità incompiuta”dell’Italia, mancando un percorso civile comune e comunitario. Nunnari ha provocato i ragazzi ricordando loro come lo stesso Inno di Mameli per certi versi sia profetico: “Noi fummo derisi (…)perché non siam popolo, siamo divisi”. Secondo Nunnari, richiamando Walter Pedullà in “Il pallone di stoffa”, il primo passo da fare per risolvere la “questione insolvibile”, ed uscire dall’immobilismo, è parlarne ed avere contezza che all’interno della questione meridionale si nasconda una “questione Calabria”.
Nunnari è stato chiaro: la soluzione non risiede nelle nostalgie del passato. L’unità è stata un processo ed un percorso tormentato che deve andare avanti includendo i territori considerati per troppo tempo marginali, richiamando Primo Levi in “il Sud è stato messo in punizione, il giorno dopo l’Unità d’Italia senza sapere perché!”
Il giornalista è stato davvero trascinante “Questa è una menzogna, calcolata, voluta, cercata, che diventa un alibi per lasciare la Calabria fuori dai processi di sviluppo del Paese, per farne crescere una parte a danno di un’altra. E’ questo il grande imbroglio storico di un’Italia fragile, a tratti corrotta, con una parte della sua classe imprenditoriale che ruota attorno alla politica per saccheggiare, arraffare denaro, rubare. E con Roma dove la mafia non si chiama mafia e tutti sono contenti ma è divorata dallo stesso cancro mafioso di dove si chiama mafia, al Sud …e nelle Isole”