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Le riflessioni degli studenti della 5M dell’Ist. Algeri Marino di Casoli (CH) sul tema della Libertà

Si stabilisce il diritto di manifestare il pensiero, libero e svincolato da ogni costrizione, in ogni sua forma ad eccezione, ovviamente, dei casi nei quali la libera espressione rappresenti reati quali ingiuria, calunnia, diffamazione o simili; diritto costituzionale, inalienabile e pilastro fondante della democrazia. Libertà di poter esprimere le proprie idee, i propri valori, le proprie credenze politiche dell’una o dell’altra parte, libertà di poter raccontare la nostra persona per poter condividere con gli altri, con tutti, quello in cui veramente crediamo e quello per cui stiamo combattendo. Libertà di portare aventi le proprie battaglie, condivisibili o no, dai più o dai meno. A tanti piace riempirsi la bocca di “libertà di espressione”, sbandierandola ai quattro venti senza in realtà comprendere a pieno il vero significato di questa libertà che oggi più che mai viene malamente interpretata da molti come il sacrosanto diritto di prevalere sulle opinioni altrui arrogandosi autonomamente il titolo di giudice supremo capace di distinguere il morale dall’immorale. I social brulicano di persone che, sentendosi protette da uno schermo e nascondendosi dietro la loro intoccabile “libertà d’espressione”, si sentono libere di insultare e sparare a zero sulla libertà d’espressione e delle idee altrui spesso considerate inferiori o inconsistenti se diverse. Confronto e tolleranza sono valori a molti oscuri e sconosciuti che dovrebbero essere alla base di qualunque tipo di relazione e comunicazione. La tolleranza in particolare è forse il valore fondamentale che potrebbe aiutare ad arrivare ad una giusta definizione di libertà d’espressione. Popper affermava che consentire la libertà di parola a coloro che la userebbero per eliminare il principio sul quale loro si basano è paradossale: sarebbe contraddittorio estendere la libertà di parola a coloro che sopprimerebbero spietatamente le parole di quelli con i quali vanno in disaccordo. Con queste affermazioni Popper specificherà che non intende si debbano sempre e senza distinzioni sopprimere tutte le filosofie intolleranti fintanto che si possano contrastare con razionalità, prestando particolare attenzione però a non lasciare che tutte quelle filosofie irrazionali inizino a rispondere alle argomentazioni usando pugni e pistole.  È altresì vero che la libertà d’espressione implichi necessariamente dovere d’informazione e veridicità. I social network hanno ormai da tempo preso il sopravvento e stanno lentamente schiacciando gli antichi metodi di comunicazione e d’informazione come la televisione in quanto permettano maggiori interazione tra chi veicola informazioni e chi ne usufruisce e concedano spazi liberi nei quali chiunque possa portare contenuti ed idee proprie. I nuovi orizzonti ai quali ci stiamo aprendo ci offrono due facce della stessa medaglia: da una parte si avrà un libero fruire di idee nuove e genuine che altrimenti, senza i giusti mezzi, sarebbero rimaste inesplorate e di nicchia dall’altra si rischia di essere risucchiati da un vortice di ignoranza e disinformazione. Da questa nuova e più ampia libertà, permessa da nuovi e tecnologici strumenti, sono scaturiti nuovi metodi di condivisine interpersonale che ci hanno abituato a vivere la vita degli altri a 360 gradi portando personalità carismatiche e desiderose di lasciare un impronta del loro passaggio a segnare con la condivisione di contenuti self made la vita di telespettatori in grado di interagire attivamente con chi produce notizie dando un parere critico o apprezzando i contenuti portati all’attenzione. Queste nuove interazioni devono però andare di pari passo con una consapevolezza generale, in primo luogo di chi produce notizie ma ancor di più di chi ha accesso alle stesse. Responsabilità e coscienza in un mondo libero di esprimersi devono essere le parole chiave così da essere capaci di assumersi le responsabilità delle proprie azioni che in un universo digitale, nel bene e nel male, coinvolgeranno un numero di persone decisamente elevato. Le grosse distanze che i nuovi social riescono a colmare fanno paura ma spaventa ancor di più la velocità con cui riescono a farlo in un mondo descritto da Bauman come liquido e definito da un cantautore italiano contemporaneo di liquidi principi, concetti morali ed ideologie. Viviamo un periodo di passaggio connotato da un perenne stato di sradicamento culturale che ci porta a rivalutare valori e diritti incluso quello della libertà di esprimersi in un mondo di “rocce secolari”. È un mondo confuso in cui il giusto e sbagliato sembrano mescolarsi sempre di più e la libertà di poter scegliere ed esprimersi sembra sempre più fondamentale.

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