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Le riflessioni degli studenti della 5M dell’Ist. Algeri Marino di Casoli (CH) sul tema della Libertà

Che cos’è la libertà?

Libertà è potersi svegliare la mattina nel letto ammirando alberi, case, montagne, paesaggi. Libertà è poter prendere un aereo e viaggiare fino a Parigi, Londra, New York. Libertà è uscire di casa quando si ha voglia, andare al bar a fare aperitivo, passeggiare in un parco. Libertà è prendere un cellulare e connettersi con il mondo intero attraverso i social. Libertà è dire ciò che si pensa, seppur non calpestando quella altrui.

Non tutti siamo però liberi. E sentir dire questo nel 2020 potrebbe sembrare una grande contraddizione, perché ci sembra di vivere nel mondo e nel modo più evoluto e all’avanguardia. Basterebbe però allargare il proprio orizzonte verso luoghi nemmeno molto lontani, a qualche migliaio di chilometri da dove sono piantate le nostre radici, e potremmo iniziare a pensare e riflettere su tutte quelle donne che non sono libere nemmeno di guidare un’auto o di frequentare una scuola; o su tutti quei bambini che non sono liberi di vivere la loro gioventù, la loro fanciullezza, la loro adolescenza, perché tenuti segregati a lavorare per una multinazionale che li sfrutta. Potremmo pensare anche al recente caso mediatico di Silvia Romano, una donna, una volontaria, privata della libertà, rapita in Kenya, tenuta sotto chiave per due lunghi anni da terroristi. Finalmente ha riacquisito l’autonomia: è stata liberata grazie all’efficiente lavoro dell’intelligence italiana, che ha cooperato con altre organizzazioni internazionali al fine di riportarla nella sua casetta, nel suo nido milanese.

Abbiamo mai valutato per davvero cosa significhi non essere liberi? Saremmo disposti a privarci delle libertà che ci siamo guadagnati con anni e anni di lotte e di rivolte? Non ci è bastata la Rivoluzione Francese? Non ci sono bastate due guerre mondiali per carpirne il valore? Non ci sono bastate le pacifiche marce di Gandhi e i discorsi sognanti di Martin Luther King?

A volte mi chiedo se ci rendiamo veramente conto della fortuna che abbiamo di vivere in un mondo che si pone come libero e globale. Però mi chiedo anche se ci rendiamo conto della fragilità della libertà che andrebbe in tutti i modi tutelata. Basti pensare al periodo che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di vivere: un periodo di fragilità e incertezza, questo che ci vede affrontare il COVID-19, che ci attanaglia e che ci ha privato di molte cose che prima davamo per scontate. Andare a prendere un caffè, andare in montagna o al mare, uscire con gli amici, in questo momento storico non è possibile. Dobbiamo fare tesoro della libertà, individuale, politica, di espressione o di culto che sia.

Di libertà ne hanno parlato tutti, e i più grandi letterati e filosofi non si sono lesinati nelle riflessioni.

Libertà dell’ostrica di rimanere attaccata allo scoglio.

Libertà di elevarsi ad angelo o abbassarsi a diavolo.

Libertà di svolgere dignitosamente il proprio lavoro.

Libertà di protesta.

Libertà di rimanere accovacciati nel nostro nido.

Libertà di essere società.

A volte può sembrare retorica, ma una definizione univoca di libertà non c’è. La Treccani prova a fissarla come “capacità del soggetto di agire, o di non agire, senza costrizioni o impedimenti esterni, e di autodeterminarsi scegliendo autonomamente i fini e i mezzi atti a conseguirli”. Questa è una soluzione che ha molto di filosofico all’interno. Si potrebbe quasi provare a fare un viaggio tra le varie sfaccettature che i sapienti hanno saputo dare alla libertà. Per Socrate era perseguibile attraverso l’uso e l’apprendimento intellettuale della scienza, mentre per Platone la migliore libertà si poteva esercitare praticando filosofia. Il libero arbitrio cristiano a cui si può contrapporre il dovere morale kantiano, che però è pur sempre libertà dato che è l’uomo stesso che si è proposto, e quindi imposto, una certa legge. Libertà che, per Hegel, si fonda nella storia dove essa si realizza mediante un processo dialettico che attraversa le istituzioni politiche. Al filosofo delle triadi si oppone Marx, che asserisce la necessità di una liberazione economica, di un superamento della società esistente, affinchè si possa garantire libertà spirituale e materiale agli uomini. Invece per la Costituzione Italiana, secondo l’Articolo 13, “la libertà personale è inviolabile. Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria”. Come possiamo notare, nonostante la moltitudine di riflessioni, nel corso dei secoli ancora riusciamo a comprendere la portata e i limiti della libertà.

E perciò una domanda mi sorge spontanea: siamo veramente liberi?

Tutti noi pensiamo che libertà voglia significare fare ciò che si vuole quando si vuole senza limiti esterni. Ma tutti noi sappiamo che la nostra libertà finisce proprio dove inizia quella altrui. Dando entrambe queste affermazioni per vere potremmo dire che la libertà non è mai esistita, non esiste e non esisterà. Cadremmo in una sorta di scetticismo disarmante e allarmante e perderemmo anche quel briciolo di certezza, quella lanternina da sempre accesa in noi.

È proprio questa la forza della libertà.

Il fatto che nessuno sia in grado di arrivare a una conclusione rivela la sua straordinarietà e bellezza. Ed essendo uno strumento di tutti non si può pensare che sia puramente legata al denaro o alla politica o ad altro. Certamente è anche quello ma la libertà è qualcosa di intimo, qualcosa di istintivo e quasi animalesco. È un qualcosa che rimane nell’etere e che non può essere portato via a nessuno di noi poveri ricchi sognatori. La libertà è tutto ed è niente, è essere bianco o essere nero, amare il verde o l’arancione.

La libertà è.

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